Romina Aymino
Biografia
Tecniche e temi della pittrice contemporanea Romina Aymino
Romina Aymino (Roma 1986) è un’artista dentro la storia dell’umanità, capace di raccontare sulle tele sé stessa e il suo “romanzo”. Le opere sono ricordo di un passato e sguardo sul futuro, tristezza nell’osservare la condizione umana e istante di speranza.
Si tratta di una pittrice abile nell’entrare nella vita dell’osservatore tramite la propria arte in punta di piedi, i colori della sua tavolozza si aprono all’anima pensatrice e, dunque, creatrice di chi guarda.
Aymino è capace di rendere universale un vissuto particolare, i suoi disegni e i suoi quadri lasciano spazio a chi li rimira, aprendo ad una possibilità di viaggio sempre nuova e diversa, mai banale, intensa, complessa ma lineare.
I quadri esposti nella Gallery ArsNova rappresentano quasi tutti i momenti cruciali e determinanti della sua vita, le sue inclinazioni ed i suoi tratti caratteriali più marcati.
Le caratteristiche principali delle sue pitture: l’uso del colore e la ricerca di ordine
Tre sono le caratteristiche forti e pregnanti dei lavori dell’autrice, che corrispondono ad altrettante premesse, necessarie per poter realmente comprendere l’unità della sua opera.
Primo, la speranza oltre l’apparenza, la possibilità oltre la realtà, il colore oltre il buio.
Secondo, l’impossibilità di giudicare tele e disegni come semplicistici (o infantili), necessità fermarsi, cercare il perché di ogni pennellata, di ogni tratto di matita o penna. Ogni quadro, ogni tela possono, nella calma della contemplazione, diventare parte viva della nostra esperienza.
Terzo, la scelta mai lasciata al caso dei colori, della loro luminosità, della loro intensità, della loro disposizione.
In una recente intervista ho chiesto a Romina perché dipinge, questa la risposta: ”La ragione per la quale ho scelto di iniziare a dipingere nasce dal desiderio di dare voce a pensieri, concetti ed emozioni che, pur appartenendomi, non riescono ad assumere contorni definiti. Un’incertezza che si apre alla ricerca di un ordine che solo nella libertà e pienezza dei colori e della pittura prende forma. Quando dipingo mi sento in una profonda connessione con me stessa e con quello che mi sta intorno, ma allo stesso tempo mi dimentico di tutto. Mi svuoto e mi riempio di qualcosa di nuovo, perdo e mi ritrovo sentendomi arricchita e completamente soddisfatta”.
I temi e soggetti ricorrenti nei quadri più recenti
Una ricerca approfondita verso la condizione umana dell’uomo contemporaneo ha portato la giovane artista romana a realizzare nella produzione recente dei “cavatappi”. Per lei, infatti, il cavatappi è un piccolo uomo stilizzato di acciaio che riesce con la forza delle braccia ad estrarre tappi che suggellano qualcosa. Quando pensa al cavatappi pensa però all’uomo di oggi nella sua accezione, qualche volta positiva, ma il più delle volte lo interpreta nel suo significato negativo. È asessuato, freddo, inespressivo, metodico, rigido. È l’uomo che quando vuole ottenere qualcosa lo fa, senza guardare in faccia nessuno. Estrae, stappa, elimina il tappo che fino a poco tempo prima preservava il liquido prezioso contenuto nella bottiglia.. Il cavatappi è la versione machiavellica che tutti noi portiamo dentro, è la nostra parte oscura, la nostra freddezza, siamo noi quando perdiamo la nostra anima, per omologarci ad un ideale comune che in realtà ci annienta. È la perdita dell’identità.
(Roberto Luciani)
Bibliografia
- Lorenzo Semplici, Romina Aymino, trent’anni in punta di colore, UniversItalia, Roma 2016.